CURARE

«Il cibernauta non è uno spettatore passivo ma un utente interattivo, un cooperante, spesso un coautore. Le transizioni sono sempre transizioni ‘aperte’: cliccando, sai come parti ma non sai come si configura il terreno di atterraggio. [...] Ogni sito è un ‘luogo in costante attesa’, ‘trappola pronta a scattare se stimolata dall’interazione’».

Giovanni Anceschi


Come raccontare il lavoro sviluppato durante il corso di Art Direction? Con i progetti sviluppati durante il corso, ho voluto portare avanti l'idea di lavori dinamici e ludici che richiedessero allo spettatore un'approccio attivo nella fruizione dell'opera, per questo ho scelto di utilizzare i linguaggi del web.


In questo modo i lavori potevano essere facilmente accessibili da diverse persone senza la necessità di utilizzare macchinari o trovarsi in luoghi specifici, e anche se questo ha in un certo senso inquadrato o limitato le mie scelte chiudendo le possibilità di sviluppo dei lavori, ho provato a mantenere una visione aperta delle diverse potenzialità durante l'elaborazione di ogni progetto.


Il linguaggio della rete è stato un supporto fondamentale per questo progetto perché permette di presentare o riprodurre diversi medium attraverso lo schermo, come il suono, il video o la scultura, ovviamente tramite la loro rielaborazione virtuale ( se il loro mezzo iniziale non era quello numerico ).


Il processo di creazione di ogni elaborato è iniziato con delle ricerche per arrivare a un'idea o per dare ad essa delle basi che potessero rappresentare la mia visione del tema proposto ( presentare, descrivere, organizzare, interpretare, decontestualizzare e curare ).


Nel momento in cui identificavo l'idea da portare avanti, sceglievo una tecnica che non conoscevo in maniera approfondita, per avere da una parte un'approccio sperimentale e dall'altra acquisire delle nuove capacità tecniche.


Una volta creato l'elaborato finale questo veniva presentato a lezione e confrontato con le idee dei miei colleghi di studio. In questo momento d'analisi condivisa, l'elaborato manifestava sia le sue caratteristiche più forti, sia quelle più deboli, il che poteva portare ad un'ulteriore rielaborazione del progetto.


In conclusione, a questo tentativo di analisi critica al mio progetto, riporto di seguito la prova di testo curatoriale precedentemente elaborato, così da rendere visibile un'approccio diverso allo stesso argomento. Tutte le prove, che ho fatto nel momento di elaborazione di ogni progetto, sono state determinanti nelle ricerche sperimentali che ho portato avanti durante il corso di Art Direction, e che non è possibile rintracciare negli altri elaborati.


L'idea che accomuna i progetti sviluppati durante il corso di Art Direction è quella di chiedere al cibernauta di interagire con i lavori presentati, talvolta in maniera giocosa e altre in maniera critica, ma sempre con l'obiettivo di creare degli spazi di riflessione e di condivisione, nei quali i navigatori acquisiscano delle nuove informazioni.


Ho appositamente scelto i linguaggi del web perché offrono la possibilità di una comunicazione interattiva collettiva e l'opportunità di rimediazione da altri medium.


Ogni concetto è stato sviluppato con le seguenti modalità:


Present è una sorta di gioco-performance nella quale racconto me stesso in maniera non lineare e randomica. Grazie a delle immagini iconografiche scelte dal utente in un determinato momento, questo viene a conoscenza di fattori importanti della mia vita e del mio lavoro.


In Represent viene presentato uno sconosciuto che ho trovato a Urbino. Attraverso due elementi che hanno attirato la mia attenzione, la sua camicia identica alla mia e uno scontrino che ha lasciato cadere per terra, ho creato una presentazione sintetica che riunisce tutti gli elementi raccolti.


Con Describe viene esposta la sede distaccata dell'Accademia di Belle Arti di Urbino attraverso la sua componente interattiva di utilizzo più comune, ovvero gli interruttori della luce. Questo dispositivo elettronico viene riproposto digitalmente nella medesima quantità presente nella struttura architettonica della sede dell'accademia, ma la sua componente interagente viene presentata in maniera inadeguata creando una specie di gioco.


In Organize degli oggetti simili tra di loro, in questo caso libri, vengono lasciati cadere da una altezza fissa, registrato il rumore creato dal impatto con la superficie di un tavolo e presentati, in ordine di pesantezza, come tracce audio di una playlist.


Nel caso di Interpret ho ricreato la copertina del libro preferito del mio committente Pascal Platania: The Stanley Kubrick Archives ( Alison Castle, 2008 ). Ma questo rifacimento è stato condotto in maniera soggettiva, cercando di trasmettere il significato del libro nella vita del mio mandatario, il quale in questo caso rappresentava la passione verso il cinema condivisa da Pascal col suo cugino Tommaso ( che in maniera indiretta gli regalò il libro ). Per concludere la copertina ho creato una chat libera nella quale è possibile scambiare delle idee ( con Pascal, Tommaso e altre persone ) riguardo il cinema e la sua storia.


Per concludere la serie ho creato Decontextualize, lavoro nel quale sono andato ad intervenire su tutti i lavori precedentemente presentati. Gli interventi detrattivi hanno modificato il codice che componeva le pagine html degli elaborati e hanno tolto quello che ritenevo fosse la funzione primordiale delle opere, creando così una nuova fruizione e forse una nuova funzione.


P.S. In seguito a quanto precedentemente detto, aggiungo una serie di riflessioni riguardo l'influenza che hanno avuto, o meno, nella mia pratica artistica le cinque azioni messe in campo: